mercoledì 25 febbraio 2009

Medio-evo, medio-di cartone

Che non si dica poi che non aggiorno il blog: http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/7908910.stm

Non specifica dove, solo dice che è da qualche parte nel sud italia

Buona visone

Non ha bisogno di commenti

domenica 15 febbraio 2009

Sculd Ai Stei or Sculd Ai Go?

Niente quotidiani anche oggi ma alcune considerazioni da fuori.
Come italiano all’estero, un tema dove il confronto/scontro con il prossimo è vivido e presente rimane quello dell’immigrazione. Il Belgio ha una delle più grandi comunità di italiani in Europa, nuova e vecchia immigrazione che suppongo abbiano dato tanto a questo paese. Anche se all’estero non siamo più accolti come succedeva ai nostri avi nei decenni trascorsi, la condizione di immigrato è come il retrogusto che ti lascia in bocca un buon caffè senza zucchero: amaro e coinvolgente. Allo stesso modo la decisione di vivere all’estero è una scelta voluta, non più dettata dalla stringente povertà che aveva costretto i nostri nonni a partire. Partiamo guidati da accattivanti prospettive di lavori migliori e meritocrazia, e spesso troviamo questi elementi in maniere che nemmeno ci sogneremmo nel bel paese. Tuttavia rimaniamo immigrati. Rimaniamo con l’amaro in bocca di non poterci godere la spensieratezza di un cornetto e cappuccino la domenica mattina, seduti fuori al tavolino del nostro bar preferito, causticamente leggendo il giornale mentre le dita si impregnano del nero petrolio della stampa.
È difficile spiegare, a chi l’Italia non l’ha mai lasciata, che la scelta di andar via non viene mai fatta a cuor leggero. Ci divertiamo, stiamo bene, frequentiamo altri internazionali e il nostro profilo su facebook si riempie di amici dai nomi esotici, ma rimaniamo ospiti in casa d’altri. Per questo motivo guardiamo con malincuore e malcelata tristezza all’italica deriva xenofoba fatta di soldati per le strade, linciaggio morale e fisico degli immigrati e denuncia dei clandestini. Il nostro prezzolato Ministro Maroni invita ad essere cattivi con chi è illegale. Forse non ha mai avuto un nonno o un lontano parente che gli raccontavano come era una volta la vita da gastarbeiter, quando eravamo noi gli albanesi. Vista da fuori l’Italia pare malconcia ed è con devozione che i tanti italiani all’estero cercano di far risaltare quanto di bello ancora c’è in questo popolo di santi, poeti e navigatori. Si soffre di nascosto ad ogni battuta o frecciatina che i savi amici o colleghi stranieri non risparmiano sull’enigmatica penisola - dato che, ahimé, gli argomenti non mancano -. Cosa fare dunque? Come italiani all’estero non dimentichiamo le nostre origini e sono sicuro che, in cuor loro, molti desidererebbero tornare un giorno al focolare natio.
Come Foscolo si domandava se il suicidio fosse un atto di estremo coraggio o incomprensibile vigliaccheria, allo stesso modo mi domando ancora se vivere all’estero sia una scelta estremamente coraggiosa o un atto dettato dalla vigliaccheria di non farcela in Italia.

Buon inizio di settimana a tutti

domenica 8 febbraio 2009

Afganistan: + 800

Ieri sulla BBC Europe una delle tre notizie principali raccontava di un nuovo accordo fra Italia e Stati Uniti dove il Governo Italiano ha accettato la richiesta transatlantica di un maggiore coinvolgimento in Afghanistan (http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/7876261.stm).
Questo si traduce nell'invio prossimo venturo di altri 800 soldati italiani nel calderone. Correggetemi se sbaglio ma a me non è parso di vedere la notizia su alcun sito italiano. Nemmeno sul Manifesto.
Forse mi sbaglio, chi lo sa.

venerdì 6 febbraio 2009

Confusione

Lei: ieri sera sono andata a vedere milk al cinema
molto molto bello!!
Lui: uhmmm...con o senza zucchero?
Lei: scemo!è la storia vera di un tipo gay che si candida a consigliere comunale a s francisco
Lui: e poi ritorna etero e va a San Remo?
ma sulla via incontra Don Camillo che fa un cazziatone al padre di Eluana
Lei: ma poi si scopre che era clandestino
Lui: e nel caos arriva luxuria per pacificarli
Lei: sì, ma poi finisce a cazzotti e vanno al pronto soccorso
Lui: e Luxuria fallisce nel sedare la rissa e chiede aiuto a andreotti, il quale li fa zittire comprando il loro silenzio
Lei: ma intanto al pronto soccorso scatta la denuncia
Lui: eh? che? a chi denunciano? a andreotti?
Nooooooo
Al massimo denunciano noi x questa conversazione diffamatoria
Lei: vabbè...poi finisce tutto in festa e vanno al gay pride con Peppone e il Divo Giulio che guidano il gruppo

Lui: posso mettere questa conversazione sul blog?

giovedì 5 febbraio 2009

Libero pensare, libero circolare

L’argomento rimane d’attualità perché la vicenda riguarda Italia e Gran Bretagna, e ovviamente i punti di vista sono diametralmente opposti. Mark Mardell su BBC News (http://www.bbc.co.uk/blogs/thereporters/markmardell/) ricorda come l’accordo raggiunto preveda l’assunzione di lavoratori britannici assieme agli italiani. E meno male che il Primo Ministro Marrone aveva detto che gli scioperi inglesi erano indifendibili. Non entro però nel merito della questione, le pressioni diplomatiche e la politica dietro le quinte non sono le mie specialità.
Continuando con l’articolo di Mardell, lui dice che l’aspetto interessante è che l’impresa italiana abbia accettato di pagare i lavoratori italiani secondo gli standard britannici. La sentenza Laval aveva infatti già stabilito in sede europea che lavoratori provenienti da altri paesi dell’unione non dovessero per forza ricevere lo stesso trattamento dei lavoratori locali, ma potessero mantenere il salario minimo del paese dell’impresa.
A onor del vero, a me non importa molto di chi lavora nella raffineria Total sulle coste inglesi. Non c’è bisogno di scioperi e cattiveria per capire che il razzismo esiste e che è pronto a scatenarsi nei momenti di debolezza e paura; paura per l’incognito, paura per il futuro, paura per la mancanza di prospettive.
Quello che mi domando, e che vi domando, è quanto segue. Battersi per la libera circolazione significa battersi per l’uguaglianza di tutti i cittadini della discutibile fortezza europea, o ha come obiettivo la legittimizzazione di una situazione di sfruttamento dei lavoratori dell’Europa povera, operata dall’Europa dei capitali e delle multinazionali che traggono profitto da quello che mi viene da definire come il libero circolare di pratiche di sfruttamento dei lavoratori?
A voi la scelta.

Signore e Signori, Buonanotte.

martedì 3 febbraio 2009

Immigrazione virgola clandestini virgola cattivi punto interrogativo?

Ogni volta che si parla di immigrazione, in o dall’Italia, a me viene in mente il bellissimo film di Gianni Amelio ‘Lamerica – quando gli albanesi eravamo noi’
Ed è forse per questo motivo che l’accostamento delle parole ‘clandestini’ e ‘cattivi’ fatta dal ministro Maroni mi spaventa non poco. Clandestino è etimologicamente qualcuno che vive nell’oscurità, in maniera illegale. È rischioso anche solo sentire che qualcuno colleghi questa condizione con la malvagità o che, peggio ancora, sostenga la necessità di essere cattivi e punire chi vive in questo stato non certo per scelta.
Non voglio però lanciarmi in una dissertazione sul tema, lascio spazio ai commenti delle persone di buon senso.
Cosa invece voglio portare all’attenzione di chi legge è l’ostracismo nei confronti dei lavoratori italiani in Inghilterra. Mi sono infatti domandato come i media inglesi abbiano coperto il caso della raffineria del Lincolnshire. Nel paese che dichiara: ‘il continente è isolato’ ogni volta che la Manica non è navigabile a causa del mare agitato, il nazionalismo e il sentimento anti-europeo sono facili strumenti da agitare davanti ad un’economia che soffre. Mentre il Primo Ministro Signor Marrone si affanna a dichiarare che gli scioperi anti-italiani sono totalmente indifendibili, ci sono alcuni giornali britannici che non la pensano proprio nello stesso modo. È The Sun (http://www.thesun.co.uk/sol/homepage/news/article2198740.ece) a guidare la crociata anti-stranieri. Sia ben chiaro, la neo-xenofobia britannica non è una rivolta solo contro gli italiani; leggendo i commenti all’articolo, il lupo cattivo non sono i lavoratori immigrati ma è l’Europa che permette a questi stranieri di rubare il lavoro agli indigeni. Si possono leggere termini come EUEmpire o acronimi che fanno quasi sorridere come il bolscevico EUSSR.
Quello che voglio dire è che mentre l’Italia rischia una deriva xenofoba guidata dalle osterie padane (e seguita ciecamente dal resto del paese), è nella stessa Unione Europea, casa comune di tutti gli europei (quest’ultimo passaggio non mi suona molto bene) che gli italiani d’oltremanica passano per immigrati indesiderati. Chissà come si sentirebbero gli italici persecutori dei clandestini cattivi se sapessero che i non-clandestini italiani in Inghilterra sono avversati dalla popolazione locale.
Un ultima considerazione: The Sun vende circa 3 milioni di copie al giorno (lo so, lo so è più di Repubblica e Corriere messi assieme), è uno dei maggiori quotidiani sull’isola ed ha una forte influenza sull’opinione pubblica. Io penso sempre che i quotidiani scrivano di quello che i lettori vogliono leggere. Dare tanto spazio a questa vicenda è dunque un modo per vendere più copie, gridando di una storia che tocca gli animi, o è l’espressione di qualcosa che gran parte dei lettori sentono: il lavoro scarseggia e il nazionalismo ritorna?

Fuori nevica, il cielo è grigio.
Buona Giornata a Tutti

lunedì 2 febbraio 2009

Alla Conferenza

Dato che siamo all’inizio della settimana, vi scrivo di qualcosa di un po’ diverso. Quella di oggi non è una notizia che arriva direttamente da un quotidiano. Vi parlerò di una conferenza a cui ho avuto la possibilità di andare qualche giorno fa. La conferenza è stata la 7th Annual European Financial Services Conference che si è tenuta a Brussels questo martedì. Si, perché io vi scrivo dalla capitale - così inizio anche a spiegare chi sono - . L’idea è con il tempo di spiegare anche un po’ meglio da dove vi scrivo e perché esiste questo blog.
Dicevamo…la conferenza aveva una serie di ospiti illustri alternatisi sul palco con l’intento di rispondere ad una serie di domande su come procedere e uscire dal pantano di questa crisi. Se non fosse stato che si parlava di cose serie, avrei quasi trovato esilarante il contesto e i suoi attori. Insomma, avreste dovuto vederli tutti questi pinguini in giacca e cravatta esagitati nel condividere con la platea tutta le loro saccenti ricette su come salvare il mondo della finanza, da questa sciagura inaspettatamente piovuta dal cielo. La Conferenza era ospitata dall ING Auditorium. Per chi non lo sapesse l’ING è (o forse è meglio dire ‘era) la più grande banca olandese e una delle più grandi al mondo. Vi spiego perché la conferenza aveva qualcosa di esilarante: la crisi si è abbattuta sulla povera e indifesa ING costringendo il governo olandese a versare nelle casse della banca DIECI MILIARDI di euro nell’ottobre dell’anno scorso, mentre il giorno prima della conferenza la direzione della stessa banca ha annunciato un piano di 7000 licenziamenti. Inoltre, per darvi un’ultima idea di quanto grande sia ING, il valore dei suoi assets (per assets si intende l’insieme di tutti i beni posseduti dalla banca: conti correnti, bonds, liquidità, immobili, tecnologia e brevetti) è circa il doppio del PIL olandese. Insomma, questo piccolo grande gigante che ha tanto beneficiato dei giochi della finanza, ora si trova a piangere al capezzale dello stato e nel mentre organizza una conferenza su come uscire da una crisi che lei stessa ha contribuito a creare e a far espandere. La cosa che mi infastidisce è che questo gotha di pinguini non faccia mai autocritica e cerchi solo di mantenere la propria posizione di privilegio. Anche un piccolo mea culpa sarebbe stata un’apprezzata dimostrazione di buona volontà.
Tutto questo pippone solo per spiegarvi che la situazione rimane cupa all’orizzonte. In tutta onestà solo uno degli invitati al dibattito, esponente del Ministero dell’Economia tedesco ha avuto l’onestà intellettuale di dire la verità dicendo che in realtà nessuno sa come si evolverà la crisi e come o quando ne usciremo. Tutti navigano a vista, nessuno escluso.
Ma non vi preoccupate, queste voci cupe sono state spazzate via alla fine della conferenza dal prode intervento del Commissario all’Economia Lino Banfi Almunia, il quale ha detto sorridendo che dobbiamo tutti essere fiduciosi e usare le nostre energie nel ricostruire la fiducia negli investitori. Maahhh…
Alla prossima conferenza.